Nella provincia di Oristano, c’è un luogo che si esprime con la voce antica del fuoco: è il Parco Naturale Regionale del Monte Arci, un territorio verde modellato dall’attività vulcanica, di straordinario valore geologico e ambientale.
Nato dall’omonimo complesso vulcanico, il Monte Arci è oggi il simbolo di un parco regionale che custodisce una delle più grandi riserve di ossidiana del Mediterraneo, oltre ad una ricchissima varietà di flora e fauna.
L’oasi verde dell’Oristanese
Il Parco si estende per circa 270 chilometri quadrati nel territorio di undici comuni: Ales, Marrubiu, Masullas, Morgongiori, Palmas Arborea, Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Villaurbana e Villaverde.
Al suo interno convivono oltre 150 specie animali – tra cui la martora, il gatto selvatico sardo e diverse specie di rapaci – e più di 500 varietà di piante, con il leccio come protagonista assoluto. Ma non mancano alberi di altro tipo, come felci, roverelle, sughere o i pini di Is Benas, un angolo ideale per passeggiate rigeneranti, con un suggestivo laghetto, perfetto per una sosta rilassante.
Sa Trebina: le tre vette che dominano il paesaggio
Al centro del Parco si innalza il Monte Arci, facilmente riconoscibile per le sue tre vette principali, dette “Sa Trebina” per la somiglianza con un treppiede: Sa Trebina Longa (812 m), Sa Trebina Lada (795 m), Su Corongiu de Sizoa (463 m).
La zona attorno al massiccio racconta storie antichissime: le sue pendici si sono formate da colate laviche basaltiche risalenti a due distinti cicli eruttivi, che hanno plasmato il paesaggio circostante.
L’oro nero della preistoria: l’ossidiana
L’ossidiana ha reso questo territorio un vero e proprio crocevia della preistoria. Già dal VI millennio a.C., le popolazioni neolitiche lavoravano questa pietra per produrre utensili, armi e oggetti di scambio. Per la sua resistenza e il taglio affilato, l’ossidiana veniva considerata un materiale preziosissimo, tanto da essere soprannominata “l’oro nero”.
Nel Parco sono stati rinvenuti dei centri di lavorazione preistorici, come quello di Sennixeddu e le officine nella zona di Pau. Qui si producevano strumenti come raschiatoi, bulini (piccoli strumenti utili per incidere i materiali), grattatoi e punte di freccia, che raccontano l’ingegno delle comunità antiche.
Oggi, a Pau, è possibile visitare il Museo dell’Ossidiana, per un viaggio affascinante tra archeologia e geologia.
Visitare il Parco di Monte Arci: cosa sapere
Per gli amanti del trekking, il Parco offre un’ampia rete di sentieri, adatta sia agli escursionisti esperti che ai camminatori. Tra i percorsi più suggestivi ci sono l’anello dei tre coni, un tragitto di oltre 17 km di media difficoltà che abbraccia le cime del Monte Arci e regala panorami spettacolari sull’entroterra sardo, o il sentiero di Villaurbana, una piacevole passeggiata di circa 11 km che conduce alla Grotta di Su Secretu e Sa Conca ‘e S’Omini, avvolta da un alone di mistero e leggenda.
Il Parco di Monte Arci è sicuramente la scelta perfetta per un pic-nic o una giornata in montagna, prima di avventurarti tra le sue meraviglie naturali, assicurati sempre di avere l’attrezzatura necessaria per un’esperienza sicura.
Per maggiori informazioni su percorsi, strutture e attività, visita il sito ufficiale del Parco.