Il viaggio di Gaxa raggiunge un nuovo #PostoDelCuore della nostra amata Isola. Il racconto di oggi riguarda la suggestiva Torre di Marceddì, nel comune di Terralba,​ in provincia di Oristano.​ Una testimonianza storica unica, valorizzata da un recente restauro. Un posto di singolare bellezza, ideale per gli appassionati di fotografia e inserito alla perfezione nel panorama costiero circostante. Non a caso è stato censito tra i “Luoghi” del FAI.

Marceddì: l’origine del piccolo paese di pescatori

Questa suggestiva testimonianza storica sorge nei pressi del borgo dei pescatori di Marceddì, un paese dal fascino intramontabile abitato tutto l’anno da circa trenta persone. La maggior parte di loro sono anziani con aneddoti e memorie emozionanti da raccontare, magari su una panchina riparata dalle fronde di un albero.

L’origine del nome deriva quasi certamente dalla locuzione latina “fundus vel praedium Marcellini”, ovvero fondo o predio di Marcellino», cioè di un ricco proprietario romano, la cui esistenza è documentata da alcune iscrizioni rinvenute in Sardegna.

La storia del borgo ha inizio nel neolitico antico, quando i popoli volevano accaparrarsi la preziosa ossidiana, nota anche come “oro nero”, abbondante sul massiccio del monte Arci. Nei pressi di sa Punta de Caserma, recenti scavi hanno riportato alla luce un villaggio risalente al neolitico e un’officina ossidianica. Questo ritrovamento fa pensare che a Marceddì fosse attivo un vero e proprio scambio di merci di questo vetro vulcanico.

Nel corso dei secoli il territorio è stato la culla delle più famose civiltà mediterranee, da quella nuragica a quella romana, da quella punica a quella ottomana, senza dimenticare la sua fondamentale funzione di rifugio per i vascelli inglesi.

La storia della Torre Vecchia

La torre fu costruita tra il 1578 e il 1584 per far fronte alla necessità di proteggere le coste sarde dalle sempre più frequenti incursioni dei corsari saraceni. Faceva parte del sistema di difesa costiera del Golfo di Oristano ed era collegata con la torre di San Giovanni e la Torre Nuova di Capo Frasca.

A volere la sua edificazione fu Re Filippo II di Spagna che affidò il progetto a Don Marcantonio Camos, governatore d’Iglesias.

Molti documenti sulla torre sono giunti fino ai giorni nostri, permettendo di ricostruire il suo utilizzo fino al 1842-1843, periodo nel quale smette di esistere il porto franco di Marceddì e viene costruita la vicina dogana.

Nel corso dei secoli la torre ha cambiato più volte nome: da Torre di Marceddì a Torre di Orri o D’Orry, fino al più recente Torre Vecchia, per distinguerla dalla Torre Nuova che si trova proprio di fronte.

Ha una forma tronco conica, con un diametro alla base compreso tra i 12 e i 13 metri e un’altezza di circa 8 metri. La struttura è realizzata in pietra basaltica ed era dotata di due cannoni – scomparsi – nella terrazza, un mortaretto e due fucili. La torre era presidiata da soldati pagati dalla signoria locale o dai commercianti della zona.

L’ingresso più antico si trova a circa 3,5 metri da terra: la fortificazione includeva la possibilità di chiusura tramite boccaporto. L’ingresso attuale fu realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. In quella stessa circostanza all’interno dell’antica cisterna furono realizzati un bunker antiaereo e una postazione antisbarco. Al primo piano è presente una sala circolare di 7 metri di diametro, il cui soffitto a volta è composto da materiali diversi, resi leggeri nella parte più alta dall’utilizzo congiunto di malta e legni.

Un nuovo futuro per la Torre Vecchia

La Torre di Marceddì sorge al centro di un’importantissima area marino-costiera riconosciuta a livello internazionale per la sua importanza storica, naturalistica e faunistica. Per questo motivo, il recente restauro ha trasformato la torre in un osservatorio delle zone umide circostanti, protette dalla convenzione di Ramsar.

L’osservatorio vero e proprio si trova al primo piano: uno spazio per ammirare da tre sedute, poste in corrispondenza delle finestrelle della struttura, gli elementi cielo, acqua e terra. La terrazza, che in passato ospitava i bracieri per segnalare il pericolo, è stata ripensata per diventare un punto di osservazione delle specie di uccelli viventi nella zona e delle terre d’acqua.

L’antica Torre di Marceddì è una fonte importantissima che ha permesso di ricostruire un tassello importante nella storia della Sardegna: un simbolo del percorso di crescita attraverso i secoli della nostra meravigliosa Isola.