Gaxa prosegue il suo viaggio alla scoperta delle meraviglie della Sardegna con un nuovo #PostoDelCuore. Il racconto di oggi riguarda l’affascinante vulcano spento di Monte Lisiri, nel comune di Ittireddu,​ nell’antica regione del Logudoro.​ A rendere unico questo luogo sono i colori e la storia che da secoli lo contraddistinguono.

Una meta particolare e suggestiva, subito fuori dal centro abitato, che in occasioni importanti è divenuta il palcoscenico di rappresentazioni teatrali con giochi di suoni e luci inimitabili.

I colori del vulcano spento di Monte Lisiri

Il Monte Lisiri si presenta come un piccolo rilievo di forma irregolare che si innalza di circa 40-50 metri rispetto al centro abitato di Ittireddu, situato a una quota di circa 320 metri. Il promontorio è tutto quello che rimane di un antico cono vulcanico, caratterizzato da un concentrato di colori, sui quali svetta il nero seguito da sfumature di rosso e marrone.

Questi ultimi dipendono dallo stile eruttivo del vulcano. Le eruzioni del Monte Lisiri, infatti, erano di tipo esplosivo hawaiano e stromboliano. Le eruzioni hawaiane, di solito, iniziano con la creazione di una crepa nel terreno da cui fuoriesce magma incandescente. Quelle di tipo stromboliano, invece, sono eruzioni vulcaniche che consistono nell’espulsione di scorie incandescenti, lapilli e bombe di lava.

In questa zona la vegetazione è scarsa e contraddistinta da diverse tonalità di giallo che si intensificano soprattutto nei mesi estivi.

Un territorio ricco di storia

Le origini del vulcano così come di tutto il territorio del comune di Ittireddu sono antichissime. L’esistenza di tutta questa zona si fa risalire al periodo Terziario o Cenozoico, cioè a più di due milioni di anni fa.

I reperti archeologici dimostrano che quest’area è stata intensamente abitata sin dal Neolitico (2700-3000 a.C.). A testimoniarlo le necropoli a domus de janas di Partulesi, di San Giacomo, di Monte Pira, di Monte Ruju, di Monte Nieddu e numerosi reperti rinvenuti, come le frecce in selce e ossidiana. Molte anche le tracce lasciate dalla civiltà nuragica.

Cosa vedere nei dintorni

Il Monte Lisiri si trova a pochi chilometri da Ittireddu, comune che merita sicuramente una visita. Il nome di questo piccolo centro, di fondazione bizantina, risale al 1626 e letteralmente significa “piccola Ittiri”. Da vedere il Civico museo archeologico ed etnografico del paese nel quale sono conservati, tra gli altri, reperti provenienti dal nuraghe Funtana, in particolare due tavolini lapidei, tegami, ciotole, olle (recipienti in terracotta) e un vaso a quattro anse contenente venti chili di rame in lingotti.

Da non perdere anche i meravigliosi murales dell’artista italiano Tellas. Le due opere, incluse nel suo progetto “Muralismo/Ruralismo”, sono state ispirate dalla natura e trasmettono una sensazione di profonda serenità. Un minimalismo semplice, poetico e delicato che si fonde alla perfezione con l’ambiente circostante.

Si trovano poco distanti da Monte Lisiri la necropoli di monte Pira, sa Domo ‘e s’Orku, un nuraghe “a corridoio”, lungo nove metri e Funtana ‘e baule, un pozzo sacro per la civiltà nuragica.

Il vulcano spento di Monte Lisiri è senza ombra di dubbio uno dei luoghi più magici della Sardegna, immerso nella quiete e nel silenzio simbolico di questo suggestivo territorio.